ROMA Alla scoperta del Ghetto ebraico e dintorni

IL GHETTO DI ROMA TRA STRADINE E MONUMENTI
Alle spalle del Teatro Marcello, a pochi passi da Piazza Venezia, si trova una delle più belle e caratteristiche zone della vecchia Roma: qui vive la comunità ebraica più antica d’Europa e si rimane incantati dalla maestosità della Sinagoga, dalle stradine e piazzette dove si affacciano antichi negozi e botteghe artigiane, dai profumi delle trattorie che mantengono vive le tradizioni della cucina ebraico-romanesca.

1° TAPPA: SINAGOGA o TEMPIO MAGGIORE
Il tempio, uno dei più grandi d’Europa, venne costruito tra il Campidoglio e il Gianicolo ed è visibile da ogni parte della città. Circondato da alte palme, ha un bellissimo organo e rappresenta, oltre che un luogo di preghiera, il punto di riferimento di tutti gli ebrei romani che sono la più numerosa e vitale comunità italiana.

2° TAPPA: PORTICO D’OTTAVIA
Costruito prima di Cristo, poi dedicato da Augusto alla sorella Ottavia, è ornato di straordinari capolavori. Dapprima centro culturale della città, più tardi fulcro di attività commerciali e artigianali, divenne la sede degli ebrei trasferiti da Trastevere che qui trovarono l’appoggio di potenti famiglie romane.

3° TAPPA: ARGENTERIA SARAY
Accanto al Portico d’Ottavia un bellissimo negozio: oggetti realizzati dai migliori designer e artigiani italiani e israeliani fanno bella mostra nelle vetrine. Trovo oggetti non solo in argento rappresentanti la tradizione e simboli ebraici provenienti da varie regioni.

4° TAPPA: L’OFFICINA NATURALE
In una stradina ricca di artigiani e botteghe incontro un negozio particolare: oltre ad avere prodotti erboristici e cosmetici naturali, organizza corsi di Yoga, propone massaggi naturali per viso e corpo. È un vero paradiso per un momento di relax.

5° TAPPA: LE ARTIGIANE
A due passi dalla Fontana delle tartarughe e dal Ghetto, ecco Largo Argentina e, in una stradina laterale, scopro un negozio straordinario: artigiane provenienti da regioni italiane a rotazione, espongono in uno spazio su due piani le loro opere, lontane dalla banalità e dall’omologazione.