Marcello Lott. Un creativo per Arkhesya

«Marcello Lott, da più di quarant’anni su questo bel pianeta. Ho avuto, e cercato, la fortuna di fare varie esperienze lavorative nel campo dell’illustrazione e dell’animazione; ho collaborato con il Gruppo Alcuni di Treviso, con gli studi di animazione torinesi Lanterna Magica, TipToe, Enarmonia; ho illustrato libri e giochi di ruolo per piccoli editori americani e italiani. Attualmente mi occupo di grafica, ma nel mio cuore arde sempre la passione per il disegno che racconta, un fuoco alimentato dalle centinaia di matite rosicchiate e digerite davanti al freddo foglio bianco.»

Marcello Lott. Lo Sciamano NeroCosì si racconta Marcello Lott che, tra le tante esperienze, ha al suo attivo l’illustrazione del mondo fantasy di Arkhesya.

Marcello, noi ci siamo conosciuti tramite l’autore fantasy Demetrio Battaglia e quindi i primi lavori che ho potuto vedere sono dedicati al mondo di Arkhesya. Com’è nato l’interesse nei confronti di questo mondo fantastico creato da Demetrio?
Amici comuni ci hanno presentato, interessi comuni ci hanno avvicinato: fin da bambino ho avuto passione per il fantastico, la favola, le leggende del passato, le visioni dei futuri; non soltanto come fuga ma anche come mezzo d’interpretazione del presente e stimolo per allenare mente e cuore all’invenzione. Non potevo che incontrare Demetrio, prima o poi!
Ho trovato gli scritti di Demetrio molto vicini al mio sentire; il suo approccio per nulla banale è stato di gran stimolo per le mie matite.

Il logo di Arkhesya è molto particolare, potrebbe essere usato addirittura come tatuaggio dai fan di questo mondo fantasy. Ci puoi raccontare come si è sviluppata l’idea?
Demetrio mi ha spiegato l’ambientazione e lo spirito dei suoi racconti, così ho fatto un po’ di ricerche su rune ed antichi alfabeti; gli svolazzi artistici dell’arabo e dell’elfico (grazie zio Tolkien!) la determinazione geometrica, quasi aliena, dell’ebraico, il design maori, gli ambigrammi. Dopo numerosissime prove, ne è nato un logo con un appeal moderno e radici antiche come i tatuaggi. Eh! Ne sono proprio orgoglioso!

Nonostante si sia conclusa la trilogia, questo mondo è in divenire continuo con tutte le attività a corollario: contest letterari con le scuole, La Gazzetta di Arkhesya, ma anche veri e propri prodotti come talismani, pozioni, birre, per queste ultime hai anche contribuito alla realizzazione delle etichette. Quali progetti ancora per il mondo di Arkhesya?
Il mondo di Arkhesya è un calderone ribollente! E Demetrio è un catalizzatore di buone idee, oltre che creatore di ottime ricette. Sto disegnando (ahimè, lentamente!) diversi personaggi e ho alcune idee per la Gazzetta… vedremo.

Ci sono altri progetti stimolanti in cantiere? So che alla Notte di Arkhesya sei stato contattato da un famoso personaggio interessato ai tuoi lavori.
Ah! Sì, ma per ora è soltanto un piccolo seme, speriamo germini bene e fruttifichi abbondantemente.

Il software della mano è testato da millenni

Definirti grafico è decisamente riduttivo. I tuoi lavori sono improntati di una creatività che va ben oltre l’utilizzo dei programmi software per la composizione di immagini. Quanto ritieni importante per un creativo, oggi, la formazione tradizionale rispetto alla tendenza ad affidarsi completamente alla tecnologia?
L’immediatezza delle tecniche tradizionali è, per ora e per mia personale esperienza, irraggiungibile; comunque la pittura digitale sta diventando sempre più facile e vicina all’agilità con cui un artista brandisce il pennello. Penna, pennello, mouse, graphic tablet, photoshop, gimp: sono, dopotutto, solo strumenti. Diversi come approccio, ma pur sempre semplici strumenti. Però la matita non ha problemi di driver e il software della mano è testato da millenni.
Penso che nell’attività creativa possano anzi debbano coesistere sia l’aspetto tradizionale che quello tecnologico. Ormai esistono ottimi esempi dei risultati che una tale sinergia produce, guardiamo per esempio la Pixar!

Marcello Lott. 1st spring showers.

Le tecniche che usi sono numerose, in una commistione del tutto personale. Come definiresti la tua personale tecnica?
Basta che funzioni, citando Woody Allen! non ho una formazione scolastica, sono solo curioso e autodidatta. Spesso parto da un disegno a matita che poi coloro con acquerelli, pennarelli, tempere, acrilici, té, caffè; oppure scansiono e coloro digitalmente; o tutte e due le strade assieme.

Il web è un amplificatore di opportunità
Quanto ritieni importante l’interazione attraverso il web per far conoscere il proprio lavoro, per la propria personale formazione e per uno scambio di esperienze?
Il web si è dimostrato prezioso; non unico o indispensabile ma prezioso sì. È un ottimo amplificatore di opportunità.