A Pragelato (TO), un paesino della Val Chisone, vive un uomo semplice e umile, ma al contempo di grande cultura e umanità. È Guido Ronchail, uno dei più grandi costruttori di ghironde, strumento musicale tipico delle valli occitane, oltre che scultore in legno.
La magia della ghironda
La ghironda ha origini antichissime: all’inizio accompagnava il canto gregoriano, poi fu utilizzata da menestrelli e mendicanti, fino ad arrivare alle corti di Francia. Le corde dello strumento vengono azionate da una tastiera; tra essere ce n’è una non tastata (trompette) che si utilizza movendo una manovella e che provoca il tipico ritmico ronzio a seconda della velocità del brano. Questo costringe il suonatore a sincronizzare le due mani con movimenti poco naturali e non riscontrabili in nessun altro strumento musicale.
Uno scultore musicista
Il signor Ronchail, facendomi accomodare prima nel giardino che ospita le sue sculture in legno, poi nel salone dove sono esposte alcune delle sue splendide ghironde e le chitarre che ha costruito nell’arco di quarant’anni, mi ha raccontato la sua storia, che sembra un’avventura di altri tempi.
Nato a Fenestrelle, finita la scuola, all’età di dodici anni va a bottega da un artigiano intagliatore del legno di Saluzzo, a quei tempi un importante centro per la costruzione artigianale dei mobili. Lì conosce uno scultore del legno, ne diventa amico e lavora con lui circa cinque anni, imparando i segreti del mestiere e diventando un bravissimo intagliatore. A circa diciotto anni decide di andare a Lione e di tornare entro un mese nel caso non trovi un lavoro. Ma fortunatamente viene preso come apprendista presso un antiquario che ha un negozio nel centro della città e diventa, lo è tutt’ora, suo amico. Impara molto e dopo il lavoro in bottega frequenta per due anni la Scuola serale di Belle Arti, dove acquisisce varie tecniche artistiche. Ma il destino è dietro l’angolo: in negozio per caso conosce una anziana signora che fa la liutaia come il padre e ha bisogno di far sistemare alcuni strumenti. Seguendo i suoi suggerimenti inizia ad aggiustare e ad appassionarsi a chitarre e mandolini: così costruisce la sua prima chitarra, che ha tutt’ora in laboratorio. Ormai consapevole delle sue abilità come scultore e intagliatore, nel 1968 decide di tornare in Italia e si stabilisce definitivamente a Pragelato, per lavorare prima a bottega a Saluzzo, sempre nel suo settore, e poi mettersi in proprio nel campo della lavorazione del legno, un settore mai abbandonato. In quel periodo gli capita per la prima volta tra le mani una ghironda, ne rimane affascinato e inizia la sua passione nel costruire ghironde studiandole nei minimi particolari.
Il segreto sta nel legno
Finora ne ha costruite circa settanta, visto che ci vogliono mesi per realizzarne una; molte sono in giro per il mondo, ma soprattutto ognuna è un pezzo unico con particolari e intagli diversi. Per costruirle usa un antico metodo, immergendo nell’acqua calda i pezzi di legno, che una volta ammorbiditi vengono messi nello stampo per fare la tavola armonica: per questa usa legno di abete morbido, scelto personalmente da lui, perché quando lo taglia «emette dei suoni musicali». Per le altre parti usa legno di acero abbinato al ciliegio o al palissandro per avere una vibrazione uniforme. Prende alcuni tagli di legno pregiato da un amico francese, anche lui costruttore di ghironde, e che il signor Ronchail definisce lo Stradivari della ghironda.
Mentre mi spiega tutto questo, sfiora le corde di alcune ghironde e ne fa uscire suoni diversi e quasi magici che risuonano nella vallata. Le ultime due che ha terminato sono splendide: l’una ha un suono più femminile, dolce, che evoca prati fioriti e musiche antiche. L’altra ha un suono più rude, maschile, di montagna e alti pascoli.
Ascoltandone le melodie si viene trasportati in un mondo più a misura d’uomo, dove il tempo è scandito dal sorgere del sole e dal susseguirsi delle stagioni e dove tutto è più lieve.
In un angolo della sala ci sono anche alcuni strumenti costruiti da lui, antenati della ghironda: le dulcinee, l’organistrum il cui originale si trova del Santuario di Santiago di Compostela e la chifonie; poi c’è uno dei modelli più antichi di questo strumento per il quale ha preso spunto da un quadro del Cinquecento in cui era rappresentato.
Il figlio Daniele è uno dei più apprezzati musicisti e studiosi di ghironda e il signor Ronchail ha costruito uno strumento per ciascuno dei suoi nipotini sperando che col tempo sviluppino interesse allo strumento e portino avanti la tradizione del territorio, ma soprattutto la sua passione e la ricerca di una vita.