Non basta essere figlio d’arte per eccellere

Figlio d’arte, Gualtiero Armosino non si è di certo adagiato sugli allori ma ha imparato a osservare, attraverso l’azienda di famiglia, il cambiamento del mercato nel corso degli anni, per far fronte con innovazione e rinnovata energia alla sempre più diffusa produzione seriale con la quale è praticamente impossibile porsi in concorrenza, se non con la continua ricerca e formazione.

Continua ricerca e formazione le parole d’ordine per non fermarsi
Questo è quanto si è proposto Gualtiero che, infatti, dal 2006 è coinvolto nel progetto della Regione Piemonte, Bottega Scuola, con lo scopo di fornire allo stagista gli strumenti per essere libero di creare il suo percorso lavorativo avendo sviluppato alcune competenze direttamente sul campo.

Nel 2009 ha trasferito la la sua bottega all’interno di un antico cascinale, sede dell’Azienda Agricola- Agriturismo “I Conti della Serva”, realizzando la ricostruzione di un antico laboratorio orafo dove si custodiscono e adoperano antichi utensili per la produzione di gioielli contemporanei. Lo scopo di tale operazione e la scelta del luogo sono nati proprio nell’intento di poter ospitare gli allievi del Progetto Bottega Scuola e la clientela stessa, all’interno di quell’abiente familiare dell’antica bottega che costituiva il fulcro di un sistema economico e culturale scomparso.

Gualtiero Armosino. Artigiano orafo«In qualità di detentori di una testimonianza derivata dalla tradizione crediamo di dovere permettere a chi si accosta con curiosità, consentendo permanenze che superino l’orario lavorativo, di comprendere la contaminazione tra vita quotidiana e lavoro, tra nucleo famigliare e collaboratori che erano nel passato la base della bottega artigiana, non per riproporlo come modello attuale ma per poterne costruire uno odierno consono ai nuovi modelli di società, di famiglia e di rapporti intergenerazionali, con lo scopo di colmare il vuoto in cui la società post industiale si trova a vivere non solo da un punto di vista economico.»

Gli studi classici e musicali che ha condotto sono all’origine della sua particolare sensibilità e cura dell’aspetto introspettivo e psicologico dell’opera e, come afferma lui stesso:

«Il Gioiello è un occasione espressiva in cui partecipano l’autore, la materia e il destinatario del manufatto. Gli oggetti che realizzo sono sempre pezzi unici attraverso i quali interpreto di volta in volta il desiderio del committente con la sua partecipazione diretta.»
E non solo, da alcuni anni Gualtiero Armosino realizza gioielli ispirati alle tecniche e alle forme dei secoli passati, esponendo al Museo di Antichità di Torino, al Museo Civico di Palazzo Madama, alla Reggia di Venaria Reale, al Castello di Verduno, al Museo della Ceramica di Faenza e alla mostra “Maison & Objet musées” (Parigi 2008). Non sono mancate le occasioni di realizzare gioielli di scena per film, spettacoli teatrali e concerti e, impegnandosi nella valorizzazione della tradizione locale, ha collaborato a rievocazioni storiche.

Un artigiano ma anche un artista che ha saputo cogliere tutte le possibilità dell’arte che ha scelto come suo mezzo espressivo.
I suoi gioielli infatti accostano metalli preziosi a gemme di esotica provenienza, ma anche a materiali inconsueti al mondo della gioielleria come legni di antiche viti di Freisa arrivate al termine della produzione e stagionate per molti decenni; legni di rosa, pero e castagno ricavati dalle potature colturali.

Gualtiero Armosino sarà presente con la sua testimonianza, al convegno del 9 novembre ad Artò.
Tra i numerosi allievi che si sono formati nel suo laboratorio, Daniele Di Francesco sarà presente con lui ad Artò, a portare la sua testimonianza di esperienza con la Bottega Scuola.