Il protesto è una conseguenza del mancato pagamento di un assegno o di una cambiale.
Il creditore di un assegno o di una cambiale ha il diritto di segnalare il mancato pagamento e il nome del debitore e lo fa andando da un pubblico ufficiale, in questo caso va dal notaio. da quel momento in poi il debitore ha 10 giorni di tempo per saldare l’importo dell’assegno o della cambiale.
se non lo fa il notaio lo segnala alla camera di commercio e da li in poi il nominativo sarà segnalato come protestato con tutte le conseguenze derivanti dall’iscrizione dello stesso nel registro dei protestati.
Come funziona e le azioni da intraprendere
Il debitore protestato ha tutto il diritto di pagare l’importo della cambiale o dell’assegno in un secondo momento, anche li dove sia stato già iscritto nel registro dei protestati. In questo caso però il creditore ha il diritto a ricevere il ristoro delle spese del protesto e degli interessi maturati sulla cambiale o assegno che sia fino al momento del pagamento, oltre che ovviamente all’importo totale portato dall’assegno o dalla cambiale.
Il creditore può rivolgersi direttamente al debitore e/o ai garanti laddove ci fossero. In quel caso le possibilità di essere ristorati del proprio credito sono più alte, potendo agire nei confronti di più soggetti e non solo nei confronti del debitore principale.
Cosa fare se si è protestati?
Una volta protestati le conseguenze non sono poche e non sono piacevoli. Oltre ad essere annoverati come cattivi pagatori dalle banche, si viene limitati nella richiesta di credito o finanziamenti.
L’accesso al credito diviene quasi impossibile.
ma si può richiedere la cancellazione dall’iscrizione nel registro dei protestati. vediamo come e in quali casi.
Innanzitutto si deve disporre dell’importo per il cui mancato pagamento si è stati protestati. Se non si dispone della cifra riportata dall’assegno o dalla cambiale, più le spese derivanti che vanno anch’esse saldate e versate al creditore, ci si può avvalere di agenzie che aiutano a poter versare e disporre della somma necessaria.
Una volta fatto il primo step, va considerato che non basta il pagamento di quanto dovuto per uscire dalla lista dei protestati. Vanno eseguite delle azioni ad hoc e spesso il processo può durare mesi o anche anni, essendo coinvolti vari organi, ognuno dei quali svolge un’azione ben definita.
Abbiamo detto quindi che in primis il pagamento va saldato, in secondo luogo bisognerà richiedere al tribunale della provincia di residenza la cancellazione presentando i documenti necessari e la cambiale o assegno protestati con prova dell’avvenuto pagamento. Il giudice dovrà poi decidere la regolarità degli stessi e procedere con un’azione di cancellazione, laddove riscontri la regolarità di tutto.
Infine andrà richiesta la cancellazione all’ufficio protesti. Se è la prima volta che si viene protestati e si fa richiesta di cancellazione, essendo il pagamento avvenuto e con la sgravante del primo errore, è possibile che il procedimento venga archiviato in 25 giorni.
Va ricordato che i termini di pagamento sono diversi a seconda che si tratti di cambiale o assegno ma il procedimento di riabilitazione e di cancellazione dal registro protesti è lo stesso.