Una ragazza allegra

Ma che cavolo c’hai da sorridere, ragazza un poco obesa, con la felpa marrone come i Billy dell’Ikea, i jeans a zampa d’elefante e le scarpe da jogging nere, che tutte le mattine alle sette e venti sul tram sbatti il tuo apparecchio ortodonzico in faccia agli altri passeggeri che sembrano zombies nella Notte dei morti viventi?

Ti va bene il lavoro? Ne siamo tutti felici, di questi tempi la tua gioia è merce rara.
L’amore va a gonfie vele? Giusto, sei giovane e tante aspettative davanti, il matrimonio, i figli, eccetera.
La salute è ok? Fantastico, cosa chiedere di meglio dalla vita?
Stai fremendo per gli imminenti saldi e stai già progettando una spedizione con le amiche all’outlet di Serravalle Scrivia? Altro motivo per sorridere alla vita.
Sotto casa tua hanno aperto una scuola di salsa e merengue così non ti tocca più sciropparti sei fermate di tram? Una comodità in più, è giusto il sorriso.
Ma se così non fosse, se la tua vita fosse difficile come far scalare l’Izoard a Pavarotti e se i tuoi problemi fossero grandi e irrisolvibili, se una desolazione di esistenza ti stesse accompagnando dalla nascita e la sfiga ti perseguitasse da quando hai fatto la prima pipì sul vasino, beh, allora il tuo sorriso avrebbe tutto un altro valore, sarebbe la risposta a tutte le avversità, un’alzata di spalle alla cattiveria del destino e magari potrebbe pure aiutare anche chi non possiede il tuo ottimismo.

(Però, scusa se mi permetto, non è che per caso è colpa dell’apparecchio quel piegare le labbra in un modo innaturale che sembra quasi un accenno di sorriso? Se così, dillo o fammelo capire: almeno mi stuferei di guardarti incuriosito neanche avessi il sorriso di Monica Bellucci…)